Venerdì 30 agosto si è tenuta a Firenze una manifestazione dei docenti Idonei 2020, ovvero quei docenti che, dopo aver superato tutte le prove dell’ultimo concorso Ordinario, sono risultati appunto idonei all’insegnamento e soprattutto allo scorrimento delle proprie graduatorie di merito fino all’immissione in ruolo. Ma il percorso che ha portato alla manifestazione in oggetto è stato lungo e travagliato, sicuramente (a differenza del concorso da cui è scaturito) non “ordinario”.

A partire dalle primissime fasi di iscrizione, perché stiamo parlando di un concorso concepito in piena pandemia Covid-19, in quell’estate 2020 in cui il governo in carica aveva annunciato non uno, non due ma ben tre concorsi: un ordinario, uno straordinario e un abilitante. Questi si sarebbero dovuti svolgere a ritmo serrato nei mesi successivi, ma la storia ci dirà in seguito che non sarà così… perché, se lo straordinario, a pelo, si salverà, l’ordinario dovrà aspettare ancora due anni per poter anche solo iniziare; il povero abilitante meriterebbe menzione a parte, se non fosse che la sua è la storia più breve di tutti: incassato, mai bandito, ufficialmente abrogato il 2 marzo 2024, ma soprattutto mai rimborsato (15€ a partecipante).

Tornando all’ordinario, come accennato, solo dopo due anni le prove sono state finalmente annunciate (febbraio 2022) e avviate (marzo 2022): pieni di speranze, migliaia di docenti si rimboccano finalmente le maniche per affrontare le fatidiche prove a crocette che daranno accesso alle successive (orale ed eventuale pratica). Già dagli scritti, però, la polemica monta velocemente: come si fa a valutare la reale preparazione di un docente da delle domande a risposta multipla? Ma soprattutto, essendo i candidati in questione effettivamente preparati a dovere sulle materie d’esame (come se si potesse pensare il contrario, trattandosi in moltissimi casi di docenti con già anni di esperienza alle spalle…), vengono presto messe in discussione le opzioni stesse proposte dalle domande a risposta multipla, dove talvolta più risposte erano corrette o, peggio, nessuna. Alla fine di questa prima fase, tra abbandoni, ricorsi e bocciature, meno del 10% dei candidati accede all’orale.

Si passa dunque alla fase due, ma stavolta i tempi si preannunciano fortemente disuniformi da una classe di concorso all’altra: perché per l’espletamento della prova orale (o pratica) non basta più trovare un’aula e dei sorveglianti in attesa che il computer calcoli il punteggio in automatico, ma servono delle commissioni. E queste, in molti casi, si rivelano molto più difficili da trovare del previsto, allungando sensibilmente i tempi di espletamento di questa seconda fase… per citare solo alcuni casi a titolo esemplificativo, alcune commissioni si ritrovano “costrette”  a svolgere le prove orali sia per la secondaria i I che di II grado (come ad esempio per alcune lingue straniere), raddoppiando inevitabilmente i tempi di svolgimento; altre non riescono a pubblicare le GM in tempo per consentire agli idonei (ovvero i candidati che hanno superato con successo tutte le prove) di inserirsi nella prima fascia delle GPS per l’a.s. 2023/24; o ancora, alcuni candidati particolarmente sfortunati si ritrovano addirittura a svolgere le ultime prove dell’ordinario in seguito alle prove del nuovo concorso PNRR del 2024. Comunque, nonostante le difficoltà sopra elencate, tra il 2022 e il 2024 tutti i candidati riescono finalmente a portare a termine questo lungo percorso. 

Il 22 giugno 2023 un nuovo barlume di speranza si accende per gli Idonei, grazie al Decreto-legge n. 75 (noto come Decreto PA2), che stabilisce che le graduatorie del concorso ordinario siano “prorogate sino al loro esaurimento”. Per una manciata di mesi, gli Idonei si illudono che l’aver superato con successo tutte le prove di questo lungo calvario abbia alla fine dato i suoi frutti, perché piano piano, anno dopo anno, tutti entreranno in ruolo! La luce in fondo al tunnel che tutti aspettavano, e che per un breve periodo permette a migliaia di docenti di dormire sonni tranquilli. Tuttavia, questo barlume ha vita breve, perché una nuova minaccia spunta all’orizzonte: il Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza (PNRR), che subito pretende priorità assunzionale assoluta rispetto alle graduatorie precedenti, già a partire dall’a.s. 2024/2025. Gli Idonei cominciano a non starci più, ma si cerca di tenerli buoni, assicurando che le loro graduatorie saranno comunque utilizzate per i posti residuali rispetto alle necessità di reclutamento del PNRR… nel mentre, alcuni si iscrivono al nuovo concorso, altri non ce la fanno più, restano più o meno fiduciosi in attesa di questi famosi scorrimenti.

È fine agosto 2024, quando contando i posti disponibili per il ruolo e le immissioni effettivamente autorizzate emerge che molti di questi posti sono stati messi da parte per il secondo concorso PNRR (che non solo non è stato ancora bandito, ma sicuramente andrà ancora per le lunghe, dato che il primo in molte regioni è ancora in alto mare): è in questo momento che gli Idonei decidono che ne hanno avuto abbastanza di aspettare. Prendono in mano la situazione, guidati dal gruppo IdoneInsieme, e organizzano un FlashMob davanti agli USR di molte regioni d’Italia per venerdì 30 alle ore 11, con l’obiettivo di chieder conto dello scorrimento delle proprie GM a fronte di tutti quei posti vacanti. Nonostante il poco preavviso, la lontananza e le difficoltà riscontrate nel reperire partecipanti e sostenitori via whatsapp e canali social, l’evento è un successo: centinaia di persone si radunano davanti agli USR Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria e Veneto con cartelloni, megafoni e comunicati che rivendicano il Merito di cui il nuovo ministro si fa tanto vanto; giornali e televisioni ne parlano, riprendono a mano i numeri, il ministro stesso si sente tirato in causa e corre a “smentire i soliti allarmisti e mestatori di professione” con post sui social in cui rivendica i pochi scorrimenti che (si guarda bene dall’ammetterlo) gli sono stati strappati dopo mesi di insistenza.

Sotto il palazzo dell’USR gli idonei hanno scandito slogan, “Ruolo subito”! e si sono alternati al megafono. Molti interventi hanno denunciato la condizione del docente precario, tra Naspi che non arriva, incertezza sulla sede che verrà assegnata, paura di perdere posizione grazie all’assurdo mercato dei crediti e delle abilitazioni incentivato da Valditara. Tutto questo a danno non solo dei lavoratori ma anche degli studenti, ancora una volta vittime dell’algoritmo che cancella ogni continuità didattica.

La rabbia espressa dagli idonei, è stato ripetuto da più interventi, non è rivolta verso altri precari, o i vincitori del concorso Pnnr. È rivolta verso il governo. Perché i posti, se non per tutti, ci sarebbero per molti. Basterebbe rendere liberi tutti i posti disponibili, e finirla una volta per tutte con la piaga del precariato. È assurdo che i posti per il ruolo non ci sono, per poi essere chiamati per supplenze annuali. Qualcosa non torna.

Evitare la guerra tra poveri e unire i precari e la categoria per la stabilizzazione di tutti e per un sistema di reclutamento equo e trasparente, questo quanto chiesto dal presidio.

Anche se non basta un FlashMob a ribaltare la situazione, la vittoria maggiore la si è ottenuta facendo gruppo, trovandosi e (ri)conoscendosi, dando un volto a tutti quei colleghi che per mesi si sono ritrovati tra un gruppo whatsapp e l’altro: perché laddove la politica punta a dividere, i docenti si sono saputi riunire e ritrovare con la promessa di continuare a portare avanti le proprie rivendicazioni.

Prossimo appuntamento: colloquio con il direttore generale dell’USR Toscana.

Alcuni docenti “idonei”

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