Al fianco del Collettivo Cosmos Castelnuovo!
Mercoledì 27 Marzo dovrebbe tenersi al Teatro della Pergola l’assemblea d’istituto del Liceo
Castelnuovo: fin qui tutto bene, se non fosse che i rappresentanti d’istituto all’insaputa degli
studenti hanno invitato come relatori a un’assemblea studentesca esponenti e candidati
sindaco di vari partiti.
L’assemblea sarà così non un momento di confronto politico tra studenti, ma un comizio
elettorale in cui a pochi mesi dalle elezioni comunali queste figure avranno modo di venderci
la loro propaganda.
Perché è questo ciò che la politica istituzionale ci ha dimostrato di saper fare: di far
promesse senza mai mantenerle con l’unico fine di accaparrarsi un voto.
In quanto Studenti Autoorganizzati di Firenze rifiutiamo che i meccanismi della politica
partitica vengano messi in atto nelle nostre scuole.
Rifiutiamo che si tenti ancora di ridurci a un ruolo di passività nella politica, un ruolo che si
vuole far corrispondere al mero voto alle elezioni.
Noi rifiutiamo questo modello, e pensiamo che gli studenti siano e debbano essere
protagonisti nella politica: non oggetti passivi, ridotti a voti, ma soggetti attivi che possano
determinare un radicale cambiamento delle cose verso una società più giusta.
Questo è il valore di un collettivo, il valore dell’autorganizzazione: discutere, dibattere,
decidere noi stessi nei luoghi che viviamo ogni giorno, nelle scuole, nelle piazze e sul lavoro
come vogliamo muoverci perché si possa davvero determinare un cambiamento delle cose.
Perché gli unici che ascoltano e danno voce ai nostri comuni disagi e bisogni siamo e
saremo sempre e solo noi, unendoci e agendo perché la scuola sia il luogo in cui formarci
come menti critiche e pensanti capaci di riconoscere le contraddizioni di un sistema malato
alle fondamenta.
Noi rivendichiamo come pratica politica che ci renda soggetti attivi in questa società quella
dell’autorganizzazione, del fare politica tra studenti, del determinarsi dal basso.
Ma la nostra critica a questo incontro ha anche a che fare col fatto che a scuola non
vogliamo lasciare alcuno spazio partiti complici del genocidio di trentamila persona in
Palestina, come fa quasi ogni forza che dovrebbe aver spazio di esprimersi su quel palco.
Ricordiamo che gli unici che si sono espressi e mossi per opporsi davvero a ciò che sta
succedendo non sono coloro che sono su quel palco, ma gli studenti e i lavoratori scesi in
piazza per la Palestina negli ultimi mesi.
Non accettiamo inoltre che a scuola vengano accolti gli stessi responsabili, attraverso leggi
sempre meno stringenti, della morte dei 5 operai nel cantiere di Via Mariti e che con la
cosiddetta “Buona Scuola” hanno ucciso Lorenzo, Giuseppe e Giuliano e ferito molti altri
studenti.
Infatti presenzierà all’assemblea il partito di cui era leader Renzi, partito della riforma della
buona scuola, senza la quale i nostri compagni, i nostri coetanei sarebbero ancora con noi,
vivi e non morti per un obbligo scolastico.
Lo abbiamo già detto e vogliamo ripeterlo: i partiti a scuola non possono e non devono mettere piede.
La politica istituzionale non avrà mai la risposta ai nostri disagi, perché è lei a crearli.
Noi non siamo disposti e mai lo saremo ad accogliere sul palco della Pergola chi ci prenderà
in giro per l’ennesima volta, coloro che costantemente, tra prezzi di mezzi pubblici, testi
scolastici, spese di ogni sorta che aumentano si pongono contro di noi; per poi venire a
leccarci il culo cercando il nostro voto.
Mentre il carovita aumenta, le nostre vite si fanno sempre più difficili, la scuola verte sempre
più in una direzione aziendalistica e di privatizzazione, volta solo a immetterci nel mondo del
lavoro e non a formarci come menti critiche, rifiutiamo di avere nei nostri spazi chi ne è
responsabile.
Chi salirà su quel palco della riforma Valditara, se ne parlerà, lo farà a favore, quando è
diffuso il dissenso studentesco contro l’aumento delle ore di alternanza, contro le punizioni,
tra sospensioni e lavori socialmente utili, previste da tale riforma. Noi pretendiamo una
scuola equa, che abbatta le differenze di classe nelle quali vogliono destinare gli studenti,
alcuni allo sfruttamento e altri a ruoli di privilegio nella società.
E ancora una volta, la loro non è politica, astenersi dal parlare di ciò che gli studenti e i
lavoratori vogliono è solo ipocrisia e fa il gioco dei loro interessi.