Pubblichiamo la lettera aperta degli specializzandi del corso del TFA sostegno di Firenze, che insieme a tanti colleghi d’Italia, protestano contro la recente decisione del parlamento di chiudere le assunzioni dalla prima fascia. Davanti al dilagare della precarietà nel mondo della scuola e ad un sistema di reclutamento che fa acqua da tutte le parti, e che vede ormai la deroga e le procedure straordinarie come ordinarie, non possiamo che sperare nell’immissione in ruolo per tutti gli specializzandi in lotta.
Lavoro più stabile per una scuola più inclusiva
Lettera aperta dei corsisti del corso di specializzazione per il sostegno dell’Università di Firenze
Alla attenzione dello
Spettabile Ministro dell’istruzione e del merito
Spettabile Ministro per la disabilità
e degli Spettabili Deputati e Senatori della XIX legislatura
La prima e più importante funzione dell’insegnante di sostegno è rendere a tutti gli effetti operativo ed
efficace uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione, sancito dall’articolo 34, secondo il quale la scuola deve essere “aperta a tutti”. Un principio che tutti saremmo pronti a sottoscrivere, troppo spesso però senza domandarci quali siano le condizioni che ne permettono l’effettiva attuazione. Affinché la scuola sia aperta a tutti, infatti, non è sufficiente che essa si limiti a non impedire l’accesso a nessuno. Occorre anche e soprattutto che essa favorisca, con azioni politiche specifiche, la promozione di un contesto scolastico “inclusivo”, adatto all’esigenze di tutti. L’insegnante di sostegno è chiamato in tale direzione non solo a rendere possibile l’inclusione di alunni e alunne con disabilità, ma anche a prestare attenzione alle esigenze specifiche di ogni alunno della classe.
Il corso di specializzazione sul sostegno, erogato annualmente da numerosi atenei italiani, ha lo scopo di
formare gli insegnanti di sostegno al fine di renderli adeguati a questo delicato ma imprescindibile compito. Nello scorso triennio (2021-2024) era stato previsto un sistema di assunzione volto a garantire la stabilità lavorativa dei docenti di sostegno specializzati (Legge 178/2020 e DM 259/2022), fondato su graduatorie regionali biennali e reso operativo anche attraverso lo scorrimento delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) (Art. 59 Decreto Sostegni Bis; DL 73/2021 convertito in Legge 106/2021; Milleproroghe 2022 DL 228/2021; convertito in Legge 15/2022; Milleproroghe 2023 DL 198/2022, convertito in Legge 14/2023).
Per l’anno scolastico 2024/2025, nessuna di queste misure è stata rinnovata (Milleproroghe 2024 convertito in legge 23 febbraio 2024, n. 18), il che comporta l’impossibilità di stabilizzare, attraverso l’assunzione in ruolo, la situazione lavorativa degli insegnanti di sostegno che otterranno la specializzazione nel 2024. Ai corsisti dell’VIII ciclo, inoltre, non è stata data neanche la possibilità di partecipare con riserva al concorso PNRR, né di iscriversi con riserva ai percorsi abilitanti per l’insegnamento su ulteriori classi di concorso, che forniscono punteggio utile in vista dell’imminente aggiornamento delle graduatorie.
Questa situazione non solo comporta, ancora una volta, un aumento della precarietà del mondo della
scuola, ma danneggia ulteriormente il percorso educativo degli studenti più fragili, che più avrebbero
bisogno di stabilità. Come dicono i nostri colleghi di Genova: “Ci chiediamo quale progetto di vita
possiamo dare ai nostri studenti se neanche noi ne abbiamo uno”. A uscire sconfitti non sono solo i nostri diritti di lavoratori, spesso con molti anni di insegnamento alle spalle, ma la stessa inclusività delle scuole italiane, e il rispetto di uno dei principi cardine della nostra Costituzione.
A tal proposito, alcuni dati sono particolarmente eloquenti:
- oltre il 59% degli insegnanti di sostegno italiani sono precari, percentuale più che raddoppiata negli ultimi otto anni, a fronte di una precarietà generale della categoria degli insegnanti già allarmante del 24%. (UIL scuola)
- La quota di alunni con disabilità che ha cambiato insegnante per il sostegno nell’anno scolastico 2022/2023 è pari al 59,6%. Sale al 62,1% nelle secondarie di primo grado e raggiunge il 75% nelle scuole dell’infanzia (Rapporto ISTAT 2022-23)
- Una quota non trascurabile di alunni (9%) ha, inoltre, cambiato insegnante di sostegno nel corso dell’anno scolastico (Rapporto ISTAT 2022-23)
A fronte di questa situazione ci pare paradossale non prevedere l’assunzione di docenti che si stanno specializzando adesso, affrontando già numerose prove selettive e non pochi sacrifici in termini di tempo e denaro. Questi dati, infatti, dimostrano come la scelta di non rinnovare misure che garantiscano la stabilità degli insegnanti in generale, e di sostegno in particolare, sia puramente politica, dal momento che la scuola necessita quanto mai di dare stabilità al personale specializzato. Infatti, le procedure concorsuali previste, da sole, non basteranno a soddisfare la copertura dei posti vacanti su sostegno, determinando un alto numero di docenti precari.
C’è un problema di arruolamento del corpo docente in questo paese: regole che cambiano in continuazione, costi scaricati unicamente sugli aspiranti, mancanza di omogeneità dei percorsi offerti. Non è possibile che l’assunzione in ruolo dipenda solo dalla “fortuna” del momento storico e non da regole chiare e condivise. Fare il docente è diventato un percorso ad ostacoli ed a rimetterci è prima di tutto il diritto allo studio delle alunne e degli alunni italiani.
Con la presente lettera, in qualità di insegnanti precari e corsisti del VIII ciclo del Corso di Specializzazione sul Sostegno dell’Università degli studi di Firenze, in continuità con le iniziative portate avanti anche da altri atenei italiani, chiediamo la possibilità che anche quest’anno (e per gli anni a venire) si usufruisca della procedura straordinaria ex articolo 59. Perché non è solo un discorso di precarietà, ma di contesti scolastici più fragili e di studenti più soli.
Invitiamo inoltre chiunque sia d’accordo con noi sull’urgenza e l’imprescindibilità della nostra richiesta, alla partecipazione del presidio davanti al ministero dell’Istruzione e del Merito (Mim) il prossimo 4 marzo alle ore 15 in viale Trastevere, organizzato dai colleghi corsisti di Roma. Urgono risposte chiare e una direzione univoca del ministero e di tutta la parte politica e sindacale.
Firenze, lì 2 Marzo 2024